Più di qualcosa.

Ho una figlia plusdotata e una figlia con DSA.

BREAK: io lo so bene che le esperienze personali valgono quello che valgono, cioè un cazzo fritto, e proprio per questo parlo della MIA vita, della MIA esperienza, del MIO vissuto soggettivo.
In nessun modo immagino che abbia un valore statistico, ok?

Dicevo: ho una figlia plusdotata e una figlia con DSA.

E amo entrambe immensamente, senza misura.

E adesso parlo della MIA esperienza, senza pensare di trarne morali universali o dati statistici significativi.

Con una sola premessa: per entrambe si è scelta una scuola pubblica di grande attenzione, dedizione, con docenti di altissima professionalità e umanità, molto al di sopra della media. Non sto mettendo in discussione quello.

Dov’ero?

Ah, sì: ho una figlia plusdotata e una figlia con DSA.

Entrambe certificate, non da “impressioni paterne”.

E al di là di tutta la retorica sul classismo scolastico e sulla mancanza di inclusione, sai cosa ti dico?

Che la figlia con DSA è accolta, coccolata, curata.
Trattata con amore ma anche con competenza estrema sui suoi limiti.
“Gestita”, lato pratico, con un livello di collaborazione commovente, nella costante consapevolezza di dover cavalcare la sottile linea tra il “prendersi cura delle sue fragilità” e il “non farla sentire diversa neanche per un secondo”, “non abbassare mai e poi mai l’asticella rispetto alle SUE possibilità”.
Docenti pazzesche, sì.

Dall’altra parte, invece, la figlia plusdotata è stata ed è lasciata SOLA.
Sola a soffrire come una bestia, senza aiuto, senza sostegno, senza appigli, senza competenze da spendere per accogliere la SUA diversità.
Sola, ferita, rabbiosa, spaventata, piangente.
Senza nessuno che le sapesse e le sappia dare una mano, un segnale, qualcosa.
Abbandonata da compagni, insegnanti, istituzioni, tutti.

Nel resto del mondo non lo so.
Nella MIA esperienza, l’impegno all’inclusione funziona meravigliosamente, divinamente, dove c’è un deficit, e è un disastro totale, mostruoso, dove c’è un surplus.

La morale di questa storia non la conosco, non la so, non voglio nemmeno cercarla.

So che ho una bambina meravigliosa che nonostante i suoi limiti è accompagnata a sprigionare il massimo…

… e una bambina meravigliosa che nonostante i suoi talenti è schiacciata a dare il minimo.

E c’è più di qualcosa che non va, in tutto questo.

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